Una soglia fatale in questi giorni sconvolge il Nord Italia: -15°C.
A quanto va questa notte?
Meno dieci. Ah, vabbé.
Meno dodici. Mmm.. Freschino.
Meno quindici. PANICO.
Se avete letto i giornali degli ultimi giorni, saprete già che il genere umano/padano non arriverà a vedere l'alba di Lunedì.
Andiamo ad analizzare nel dettaglio come alcune categorie sociali rappresentative (leggi "che mi sono venute in mente") verranno sterminate a causa del freddo intenso.
I proprietari di cani di media e grossa taglia.
Essi saranno trascinati per decine di chilometri su interminabili lastre di ghiaccio dalle care bestiole esaltate dal paesaggio innevato.
Chi perirà lungo il percorso sarà amorevolmente sbranato dalle succitate bestiole, sfinite dalla lunga corsa.
I superstiti, non appena riusciranno a fermarsi, ecco che si stabiliranno sul posto e si rifaranno una vita da zero, pur di non ripetere l'esperienza tentando un improbabile ritorno.
Gli automobilisti.
Essi passeranno le ultime ore della loro triste vita cercando di liberare i propri mezzi bloccati dalla mirabile azione degli spazzaneve.
Questi giganti buoni puliscono le strade in modo esemplare, rasentando la perfezione, ma onde evitare poi che le macchine deturpino il loro capolavoro le cingono con invalicabili ganasce di neve compattata, la cui resistenza e longevità raggiunge picchi paragonabili al miglior marmo di Carrara.
Nel caso (improbabile) che riesca a liberare il veicolo a colpi di pala (quindi senza doverlo completamente smontare e rimontare nel centro della carreggiata) il proprietario dell'auto sarà quasi certamente terminato a badilate dal vicino di parcheggio, accortosi che proprio accanto alla sua vettura è stato riversato il materiale di risulta.
Gli anziani.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli anziani saranno i meno colpiti dalla calamità.
Avendo la televisione accesa ventiquattr'ore su ventiquattro, sono perfettamente informati sull'evento che incombe: hanno allertato da giorni figli, figlie, nuore e generi perché li riforniscano di ogni possibile bene di prima (seconda o terza) necessità. Casa loro pullula di cibo (fresco per i primi giorni, scatolame in caso il dramma perduri oltre la scadenza di latte e derivati). Non mancano scorte di medicinali, riviste, gomitoli di lana e gatti da compagnia. Possono gettare le chiavi e restare sotto le coperte per mesi, attendendo comodamente il disgelo.
Gli unici tra loro che purtroppo ci lasceranno sono quelli che avranno trascurato un unico dettaglio nell'altrimenti perfetto piano di sopravvivenza (affinato fin dai tempi della resistenza partigiana sulle montagne cuneesi): le batterie del telecomando. Queste con ogni probabilità si esauriranno nel bel mezzo della mattinata. Generi e nuore sono al lavoro, i nipoti a scuola. Il pensiero di cinque, forse sei interminabili ore di impotenza televisiva li spingerà ad avventurarsi all'esterno.
Una volta lì, come è ovvio aspettarsi, per loro purtroppo non ci sarà più nulla da fare.
Non per niente, l'apocalisse Maya è fissata a fine Dicembre, mica ad Aprile.
A quanto va questa notte?
Meno dieci. Ah, vabbé.
Meno dodici. Mmm.. Freschino.
Meno quindici. PANICO.
Se avete letto i giornali degli ultimi giorni, saprete già che il genere umano/padano non arriverà a vedere l'alba di Lunedì.
Andiamo ad analizzare nel dettaglio come alcune categorie sociali rappresentative (leggi "che mi sono venute in mente") verranno sterminate a causa del freddo intenso.
I proprietari di cani di media e grossa taglia.
Essi saranno trascinati per decine di chilometri su interminabili lastre di ghiaccio dalle care bestiole esaltate dal paesaggio innevato.
Chi perirà lungo il percorso sarà amorevolmente sbranato dalle succitate bestiole, sfinite dalla lunga corsa.
I superstiti, non appena riusciranno a fermarsi, ecco che si stabiliranno sul posto e si rifaranno una vita da zero, pur di non ripetere l'esperienza tentando un improbabile ritorno.
Gli automobilisti.
Essi passeranno le ultime ore della loro triste vita cercando di liberare i propri mezzi bloccati dalla mirabile azione degli spazzaneve.
Questi giganti buoni puliscono le strade in modo esemplare, rasentando la perfezione, ma onde evitare poi che le macchine deturpino il loro capolavoro le cingono con invalicabili ganasce di neve compattata, la cui resistenza e longevità raggiunge picchi paragonabili al miglior marmo di Carrara.
Nel caso (improbabile) che riesca a liberare il veicolo a colpi di pala (quindi senza doverlo completamente smontare e rimontare nel centro della carreggiata) il proprietario dell'auto sarà quasi certamente terminato a badilate dal vicino di parcheggio, accortosi che proprio accanto alla sua vettura è stato riversato il materiale di risulta.
Gli anziani.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli anziani saranno i meno colpiti dalla calamità.
Avendo la televisione accesa ventiquattr'ore su ventiquattro, sono perfettamente informati sull'evento che incombe: hanno allertato da giorni figli, figlie, nuore e generi perché li riforniscano di ogni possibile bene di prima (seconda o terza) necessità. Casa loro pullula di cibo (fresco per i primi giorni, scatolame in caso il dramma perduri oltre la scadenza di latte e derivati). Non mancano scorte di medicinali, riviste, gomitoli di lana e gatti da compagnia. Possono gettare le chiavi e restare sotto le coperte per mesi, attendendo comodamente il disgelo.
Gli unici tra loro che purtroppo ci lasceranno sono quelli che avranno trascurato un unico dettaglio nell'altrimenti perfetto piano di sopravvivenza (affinato fin dai tempi della resistenza partigiana sulle montagne cuneesi): le batterie del telecomando. Queste con ogni probabilità si esauriranno nel bel mezzo della mattinata. Generi e nuore sono al lavoro, i nipoti a scuola. Il pensiero di cinque, forse sei interminabili ore di impotenza televisiva li spingerà ad avventurarsi all'esterno.
Una volta lì, come è ovvio aspettarsi, per loro purtroppo non ci sarà più nulla da fare.
Non per niente, l'apocalisse Maya è fissata a fine Dicembre, mica ad Aprile.
Sto cercando di capire dove andranno a svernare i Pakistani che cercano di venderti le rose. Sono quasi sicuro che a primavera il mondo gli apparterrà. Non credi?
RispondiEliminaÈ possibile, ma a quel punto saranno assediati dagli italiani in crisi che vorranno rivenderle a loro. (Una posizione nient'affatto invidiabile)
Eliminal'ho scritto sul mio blog: ci sarà un ristorante dove vanno tutti a rifocillarsi dopo aver venduto l'infausto carico floreale no? Ecco appena lo trovo, gli imbocco dentro e provo a vendergli delle petunie.
RispondiEliminaVuoi unirti a me? Mi raccomando massima serietà.
Mmm.. Non credo di essere adatta allo scopo: credo che dilapiderei ogni mio avere in accendini-torcia, palle luminose-rimbalzose, scimmie ballerine e cappelli improbabili!
RispondiEliminaVista l'ammissione della tue debolezze, farò il maleducato e continuerò a ficcanasare sul tuo Blog. E comunque per inciso, le palle rimbalzose sono figherrime.
EliminaMa brava! Un blog tutto tuo, era ora! Vedrai che bell'avventura, mi pare pure che hai iniziato alla grande, ti feedderressesseo subito :)
RispondiEliminaGrazie Aube!!! È un onore! Qualunque cosa voglia dire "feedderressesseo"!!! (Cosa vuol dire? Voglio farlo anch'io! Aiuto)
EliminaI feed RSS! Non mi dire che non li conosci? Sono uno strumento indispensabile per chi segue i blog.
EliminaOgni blog li ha, anche il tuo, praticamente aggiungi i feed del blog che ti interessa al tuo feed reader e quello quando c'è un novità su quel dato blog te lo segnala, così non sei costretto a farti giri inutili per vedere se quello ha scritto roba nuova. Inoltre così è più facile seguire TANTI blog.
Naìma, stavo per scriverti un pomposissimo commento riguardante la mia disperazione per non aver mai notato che tu avessi un blog, e che per punirmi avevo comprato il cilicio ed affittato il DVD di "Belli Dentro", ma poi leggo da Aube che è nuovo. Quindi ti dico complimenti, che d'ora in poi ti leggerò e che il cilicio lo tengo.
RispondiEliminaCucciolotto, non ti preoccupare.. Ti si vuole bene lo stesso! :ninja:
Elimina(Grazie) ;)